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domenica 29 giugno 2014

La lunga marcia

Rammemorare le ascendenze ideologiche - incarnatesi negli atti e nelle decisioni - aiuta a mettere in ordine i giudizi che si vanno accumulando sui personaggi comparsi sulla scena politica attuale.
Jean-Claude Juncker

Jean Claude Juncker è il primo ministro che per diciotto anni ha guidato il Lussemburgo, ossia il paradiso fiscale europeo. Il Lussemburgo, esteso su una superficie che supera di poco i 2.500 kmq, conta circa mezzo milione di abitanti. Sì, grosso modo è paragonabile (absit iniuria verbo) alla provincia di Avellino, per dare un esempio. Questo Juncker, che in Italia avrebbe potuto essere tutt'al più il presidente di una provincia, assumerà la guida della Commissione europea, dopo la scadenza del mandato dell'attuale Barroso.

Non ci soffermiamo su chi sia Juncker, dal momento che è stato ampiamente spiegato (Il Fatto quotidiano - Il Post - Europa Quotidiano - Agi).
Occorre mettere in evidenza, però, che egli rappresenta la continuità con l'establishment attuale. Compariva lo stesso Juncker, infatti, tra i firmatari del documento dei quattro presidenti:

  • Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo
  • Mario Draghi, presidente della Bce
  • José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea
  • Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo

Stati membri del MES (in azzurro)
Il documento firmato dai quattro(1) aveva come obiettivo quello di proteggere l'euro dall'indebitamento degli Stati dell'Eurozona. Per questo, fulcro dell'azione di intervento doveva essere il Meccanismo Europeo di Stabilità, situato a Lussemburgo... Bisogna ricordare che "L'operato del MES, i suoi beni e patrimoni ovunque si trovino e chiunque li detenga, godono dell'immunità da ogni forma di processo giudiziario (art. 32). Nell'interesse del MES, tutti i membri del personale sono immuni a procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell'esercizio delle proprie funzioni e godono dell'inviolabilità nei confronti dei loro atti e documenti ufficiali (art. 35)."(2)

Nel documento dei quattro presidenti non si parla solo di MES (o ESM, secondo l'acronimo inglese). Infatti, come riportava IlSole24Ore: "Limiti ai saldi di bilancio e ai livelli di debito dei governi potrebbero essere decisi in comune. L'emissione di debito governativo oltre questi livelli dovrebbero essere giustificati e ricevere una previa approvazione. In questo contesto, la zona euro potrebbe chiedere cambiamenti alle poste dei bilanci nazionali se queste sono in violazione delle stesse regole di bilancio, tenendo comunque in considerazione la necessità di salvaguardare l'equità sociale".

Dunque, Juncker rappresenta la riaffermazione di questa linea, il permanere di un rigido disegno accentratore di stampo finanziario che contempla il superamento coercitivo delle sovranità nazionali. I primi passi sono stati già compiuti con l'introduzione del pareggio di bilancio in costituzione (art. 81). La politica di Renzi, che riprende ottusamente quella di Monti, prosegue nella stessa direzione, confermando il supino allineamento italiano alle volontà tedesche nell'indicazione del prossimo presidente della Commissione europea.

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(1) Notiamo, per inciso, che nessuno dei quattro presidenti ha assunto la carica a seguito di elezioni popolari.
(2) Per approfondire è consigliabile visionare il filmato con l'intervista a Lidia Undiemi dell'aprile 2012.


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